Da Venezia a Parigi… e ritorno
Da Venezia a Parigi per la conclusione del progetto Storie d’Acqua. Quanto leggerete però non è propriamente del progetto… di cui ho già ampiamente scritto e che potrete trovare qui
Dopo tanta fatica finalmente è arrivato il fatidico giorno e si parte! Erano due anni che non prendevo l’aereo (mi chiedo come mai) e al decollo avrei voluto essere in cabina di pilotaggio. Mi piace moltissimo il decollo, quando l’aereo prende velocità vorrei avere una cloche…
Il volo è tranquillo, le montagne viste dall’alto sono meravigliose, il sole splende.
All’arrivo ci accoglie un cielo grigio. Rapida foto, quando siamo ancora in pista, mentre la guardia mi guarda in cagnesco (la vedete sullo sfondo).
Arrivo in albergo e rapido giro dei dintorni. Nei giorni successivi ci troveremo con Fabio Casilli, dell’ Associazione Rèspire le tourisme de demain, e andremo allo spazio di co-working La bulle du Voyage.
Non voglio però raccontarvi di questa parte vacanziera/istituzionale ma piuttosto di una sensazione sgradevole e strana che continua a seguirmi, e soprattutto del continuo richiamare alla mente di uno dei fotogrammi finali del film “E venne il giorno” (The Happening, ne ho parlato già qui ) che si conclude proprio a Parigi.
Parigi è sempre bellissima, i partecipanti al progetto si porteranno a casa una bella esperienza, eppure c’è sempre qualcosa che mi suona stonato.
Stonati sono i clochard che vedo accampati un po’ ovunque, anche tra gli spartitraffico, stonato è vedere persone vestite dignitosamente – diciamo normalmente- che rovistano in mezzo alla verdura troppo brutta per essere venduta. Due anni di Covid hanno fiaccato chi aveva già poco o niente e impoverito chi aveva qualcosa. E’ più facile fare finta di non vedere ma queste persone esistono, sono lì.
Stonato è il traffico convulso agli Champs Elysèes e quello lungo una delle tangenziali, che io vedo dal ristorante dell’hotel, il sabato sera. Stonato è il contrasto fortissimo tra due donne elegantissime e il clochard che rovista nella spazzatura. Di tutto questo non ho nessuna foto, mi sembrava di essere un’intrusa.
Siamo tornati quelli che eravamo, non abbiamo imparato nulla in questi due anni. Ci avevo sperato, confesso che ero tra quelli (inguaribile ottimista) di #andratuttobene, e invece siamo riusciti a peggiorare. Clochard ce ne sono sempre stati ma il numero è certamente aumentato. E ora c’è anche una guerra di mezzo.
Ecco qui allora la scena finale di “E venne il giorno”, la Natura silenziosa e micidiale torna a riprendersi il suo posto.
E noi, ancora una volta, che torniamo a muoverci come una massa informe e indifferente.
Dove sono tutti i bei discorsi sulla sostenibilità? Ci tengo a ricordare che non si tratta “solo” di ambiente ma anche di uguaglianza sociale e di economia. E da Venezia a Parigi, anche toccando in velocità il tema del turismo sostenibile – uno degli aspetti di Storie d’ Acqua-, di problemi ce ne sono molti. La maggior parte dei consulenti che sto incontrando sul tema – è molto trendy sul PNRR – non sanno neppure di cosa stanno parlando. Però scrivono progetti, dei gran bei “copia/incolla”, a cui tentano di far partecipare anche chi non ha i requisiti.
Sono un po’ stanca delle chiacchiere, ultimamente mando al diavolo con una velocità che non sapevo nemmeno io di avere, ma sapete una cosa? Io andrò avanti con le mie Storie – d’acqua, di montagna, di quello che servirà – in fin dei conti, qualcosa di buono lo posso ancora fare.
Per tutto il resto “Con le mani, con le mani, con le mani Ciao ciao” che non è una canzonetta come sembra.
Siamo già di ritorno… il nostro viaggio da Venezia a Parigi si sta concludendo. Vedo la laguna, vista dall’alto vale bene un’altra Storia.